I muri e le strutture accessorie dei terrazzamenti della costiera e periferie di Trieste
La 1a Conferenza Internazionale sui Paesaggi Terrazzati si è tenuta, sotto l’egida dell’UNESCO e della FAO, nella Repubblica Popolare Cinese nel novembre 2010 al termine della quale si é creato il movimento indipendente denominato “Alleanza Mondiale per i Paesaggi Terrazzati (ITLA)”. Nel maggio 2014 a Cusco, nelle Ande peruviane, é seguita la 2a Conferenza.
Il «3° Incontro Mondiale dei Paesaggi Terrazzati» si é tenuto quest’anno in ottobre a Padova-Venezia, con una sessione distaccata a Trieste avente come titolo : Ecologia e biodiversità - Costiera triestina.
Nell’ambito della sessione triestina Sergio GNESDA ha tenuto, quale vicepresidente del Centre d'Études et de Recherches sur l'Architecture Vernaculaire, il 12 ottobre presso l’Università di Trieste / Dipartimento Studi Umanistici / Geografia, la conferenza «I muri e le strutture accessorie dei terrazzamenti della costiera e periferie di Trieste».
Sergio GNESDA durante la conferenza - Università di Trieste / Dipartimento Studi Umanistici / Geografia
La conferenza, alla quale hanno assistito studenti universitari, esperti e appassionati della pietra a secco e numerosi amici, basata sul commento di un centinaio di fotografie, disegni, carte geografiche e del testo associato, si é articolata su tre aspetti.
1. La Costiera triestina
La scomparsa progressiva dei muri di sostegno dei terrazzamenti coltivati a vigneti che in alcuni casi sono stati rimpiazzati dalla coltivazione meno complessa dell’olivo. Fortunatamente, grazie alla tenacia di pochi agricoltori appassionati, sono « rinati » alcuni vigneti dove vengono coltivate le uve autoctone: glera, vitovska, prosecco e malvasia. La periferia della città : La scomparsa totale delle viti e delle strutture in legno che sostenevano i vitigni a pergola dei terrazzamenti di Caresana/Mačkovje. Solamente alcuni muri conservano ancora le particolari mensole a gancio /kljuke che sostenevano le strutture in legno.
Muri con mensole a gancio/kljuke che sostenevano le strutture in legno dei vitigni a pergola dei terrazzamenti di Caresana/Mačkovje.© S. Gnesda
2. Le strutture accessorie (hiške, ripostigli, nicchie, mensole, ecc..) dei terrazzamenti della costiera e delle periferie di Trieste.
Le capanne in pietra a secco con volta in aggetto sono chiamate nel dialetto sloveno del litorale. Quelle più grandi e distanti dai centri abitati erano usate quali ricoveri/rifugi per le persone mentre quelle più piccole e basse erano adibite a ripostigli per gli attrezzi. Piccole nicchie, ricavatedirettamente nei muri dei “pastini” o all’interno nelle pareti delle hiške, servivano per proteggere i cibi dal sole, dall’umidità e dagli insetti.
Prosecco : Sandi škerk - La grande hiška Postrane. .© S. Gnesda
3. I muri di rincalzo e di sostegno di piccole superfici,combattere l’azione erosiva della bora, in scarpate ripide, in presenza di ruscelli e molto spesso in luoghi di difficile accesso.
Dimenticati e senza manutenzione sono degradati o scomparsi a tratti come nel caso del sistema di quasi 20 muri in cascata che partendo dalla Via dei Molini – Judovec (Rio Potocco detto Verondlovaitz), salgono fino alla via Commerciale, la attraversano e poi scompaiono sulla strada per Opicina/Opčine.
Solamente i muri più possenti sono rimasti integri e permettono di comprendere la loro funzione.
Questo é il caso del sistema di 5 muri di drenaggio e protezione idrogeologica dell’ex-ferrovia Trieste-Hrpelje (costruita nel 1887 e riconvertita in pista ciclabile nel 2010), situati all’uscita della galleria di San Giuseppe della Chiusa / Ricmanje. Si tratta di muri in cascata, strutture particolarmente interessanti sia sotto il profilo tecnico che quello storico che elevano l’intera opera al rango di prezioso reperto di archeologia industriale. Essi proteggono, dal trascinamento di massi, alberi e terra, il piccolo ponte a volta che costituiva un canale di scarico delle acque di parte del Rio storto sinistro. La parte integra del muro principale, situata un centinaio di metri a monte della ex-ferrovia, é lunga 35 metri, alta fra 1,9 e 2,5 metri ed ha uno spessore (stimato) che alla base supera i 2,5 metri.
Muraglione principale del sistema atto a proteggere il ponte-viadotto Longera/Lonjer della ferrovia Trieste-Hrpelje
Al centro del grande muro di contenimento e di drenaggio si trovano la bocca di scarico (rettangolo nero nella foto) e due cippi di identificazione con incisi i caratteri St.B. 244 e St. B. 245. Tali caratteri stanno per Staatsbahnen [«k.k. Generaldirektion der Staatsbahnen» = «Direttorato generale imperiale delle ferrovie dello Stato, abbreviato in «k.k.St.B o St.B.»].
Tenuto conto della vicinanza del sistema di muri alla pista ciclabile, l’idea-proposta scaturita dalla conferenza é stata quella di pianificare un Progetto di riparazione-ricostruzione del «sistema» idrogeologico di muri di conenimenti-dighe per farlo divenire un «percorso storico - turistico»
Nelle varie fasi di analisi, progetto e ricostruzione pratica dovrebbero essere coinvolti i giovani studenti delle Scuole per operai edili, quelli dell’Istituto Tecnico per Geometri «Max Fabiani», quelli del liceo tecnico sloveno e la facoltà di architettura.
Sarebbe anche opportuna l’opera di informazione e sensibilizzazione della popolazione e degli allievi delle varie scuole delle zone circostanti.